Diplomatari Borja, 5: Archivio di Stato de Roma: Documents dels protocols de Camillo Beneimbene (1479-1505), edició i estudi a cura d’Ivan Parisi, coordinació editorial de Maria Toldrà, València: Editorial Tres i Quatre; Institut Internacional d’Estudis Borgians, 2014, 307 p., il. ISBN 978-84-7502-961-0.
Con questo quinto volume riprendono le pubblicazioni della collana Diplomatari Borja, della quale tra il 2002 e il 2007 sono già apparsi quattro volumi contenenti la documentazione riguardante la famiglia Borgia dei secoli XIII-XV e incentrati sulla figura di Alfonso Borgia (Callisto III). Questa documentazione, in buona parte proveniente dalla cancelleria reale, si conservava negli archivi dei re a Valencia e a Barcellona, oggi parte integrante dell’archivio del Regno di Valencia e dell’Archivio della Corona d’Aragona.
Il volume 5° presenta una serie di novità rispetto agli anteriori per quanto riguarda la cronologia, tipologia e localizzazione dei documenti editati. Ci troviamo nell’ultimo quarto del secolo XV e a principio del seguente, cioè nella generazione di Rodrigo Borgia, cardinale e vicecancelliere pontificio, papa Alessandro VI, dal 1492 al 1503, e dei suoi figli, parenti e servitori più intimi. Si tratta di documentazione notarile di carattere privato, prodotta nell’ufficio del notaio Camillo Beneimbene, giureconsulto e poeta romano, che lavorò per le più importanti famiglie e per i personaggi più influenti della città. Questa preziosa documentazione è conservata nei volumi 175 e 176 del fondo del Collegio dei Notai Capitolini nell’Archivio di Stato di Roma. La sua importanza era stata già segnalata da Ferdinand Gregorovius, che ne aveva utilizzato alcune parti per realizzare la sua biografia di Lucrezia Borgia (1874), un’opera divenuta fondamentale all’inizio dei moderni studi sulla famiglia Borgia. Di tutti gli atti notarili raccolti in questi due volumi oggi è disponibile un inventario, realizzato per la Revista Borja dallo storico e curatore del presente Diplomatari, Ivan Parisi, che nel 2014 ha editato la corrispondenza di Joan Ram Escrivà, ambasciatore di Ferdinando il Cattolico a Napoli e personaggio molto vicino alla corte di papa Alessandro ed ai suoi figli.
A queste peculiarità del quinto volume del Diplomatari Borja vanno aggiunti anche alcuni cambiamenti rispetto ai volumi precedenti. La complessità degli affari che sono trattati nei protocolli ha consigliato di sacrificare l’abituale struttura cronologica dei documenti in favore del criterio dell’unità del negozio giuridico, secondo il quale sono stati ordinati i 69 documenti trascritti, redatti per la maggior parte in latino ma anche in catalano ed italiano. Lo studio introduttivo, firmato da Parisi, oltre a contestualizzare gli argomenti trattati nei documenti, analizza la formazione e la trasmissione dei protocolli del Beneimbene fino al secolo XVIII, identifica alcuni collaboratori del suo ufficio (soprattutto notai romani, ma anche il valenzano Joan Llopis, segretario, datario e cardinale di Alessandro), e si sofferma sull’interpretazione degli stessi negozi giuridici in cui il notaio romano, andando oltre la sua funzione meramente di pubblica fede, sembra aver giocato un ruolo importante come consigliere del pontefice fornendogli le soluzioni ad alcuni problemi giuridici molto delicati.
Gli affari trattati nei documenti editati in questo Diplomatari riguardano soprattutto la politica matrimoniale di Alessandro VI, che si concretizza negli accordi matrimoniali contrattati per i suoi figli, sempre legati alle sue strategie familiari e politiche: l’apparentamento con una grande famiglia romana attraverso il matrimonio di Geronima con Giovanni Andrea Cesarini; i progetti di nozze ben conosciuti di Lucrezia prima con alcuni nobili valenzani e poi con principi italiani, che alimenteranno in buona misura la leggenda nera borgiana e di cui qui si chiariscono alcuni aspetti giuridici; e soprattutto il matrimonio del più piccolo dei figli che ebbe da Vannozza, Goffredo, con Sancha, membro della famiglia reale di Napoli, unione della quale solo in minima parte si è compreso il ruolo decisivo che ha avuto nel complesso scenario politico europeo del tempo. Lo stesso Parisi così lo riassume:
De la vida pública dels Borja, minuciosament analitzada en els primers volums del Diplomatari Borja, passem, doncs, a la vida privada dels membres principals de la família del poderós cardenal, en particular de Lucrècia; els cinc contractes matrimonials que l’afecten […] són sens dubte, a causa de la seva rellevància politicoeconòmica, els actes més importants certificats per Beneimbene. Cal insistir, però, en el fet que es tracta d’una esfera privada molt diferent de com l’entenem avui, perquè per a les famílies nobles del Renaixement la institució matrimonial representava sobretot una transacció per a enlairar el propi blasó. I per als Borja ho era de manera particular: en el cas del cardenal vicecanceller esdevingué una veritable estratègia per a conservar l’enorme poder que havia assolit en la societat italiana i europea del segle XV.
Fins al punt que, al costat de Lucrècia, sovint considerada víctima propícia dels projectes del seu pare i del seu germà Cèsar, dels papers de Beneimbene emergeix la figura d’un altre germà de la noia, Jofré. El matrimoni que el va lligar amb Sança d’Aragó, nipote del rei de Nàpols […], ara se’ns revela tant o més fonamental per a la política d’Alexandre VI que els contractes relacionats amb la seva estimada filla. En efecte, aquesta unió no només va sancionar la nova aliança entre Roma i Nàpols –tan desitjada pel rei d’Espanya– en vigílies de l’expedició de Carles VIII a Itàlia, ans encara la solució de la controvèrsia originada entre la noble família dels Orsini, recolzada pel mateix rei de Nàpols, i Alexandre VI sobre els territoris de Cerveteri i Anguillara; dos esdeveniments de notable importància tant per a la història italiana com per a l’europea, que en els actes redactats per Beneimbene apareixen estretament lligats i dependents l’un de l’altre gràcies a la presència comuna de l’ambaixador espanyol López de Haro com a testimoni.
Sebbene i documenti più interessanti tra quelli editati in questo volume siano senza dubbio quelli relativi ai progetti politico-matrimoniali di Alessandro VI, segnaliamo anche la presenza di altri che ci permettono di ricostruire alcuni aspetti dell’attività pubblica di questo personaggio nel periodo anteriore al suo accesso al pontificato e che, pertanto, ci permettono di percepire il consolidarsi della sua figura all’interno dell’ambito civile ed ecclesiastico della Roma coeva. Durante l’epoca in cui svolse l’importante compito di cardinale vicecancelliere, emerge il suo ruolo di arbitro negli affari legali o nella soluzione dei conflitti tra le fazioni della città e la sua relazione intima con l’influente cardinale di Rouen, Guillaume d’Estouteville, altro famoso cliente del Beneimbene. Allo stesso modo di notevole interesse sono i documenti di carattere economico, già degli anni del pontificato, riguardanti le rendite ecclesiastiche dei cardinali Cesare Borgia e Giovanni Borgia-Llançol e la spartizione dell’eredità del prematuramente defunto Giovanni Borgia, duca di Gandia.